Agrati porta l’elettronica sul bullone: così l’infrastruttura diventa smart

Riportiamo l’articolo (versione integrale) uscito su Il Sole 24 Ore  | Giugno 2023 👇🏻

Partnership con E-novia per TOKBO, start up che crea nuovi sistemi di fissaggio.

Aeroporti o ferrovie. E poi metropolitane, impianti industriali, produttori di gru, persino i motori sulle navi. Sono i primi clienti di TOKBO, start up tecnologica che fornisce una risposta alle esigenze di controllo e sicurezza nelle infrastrutture. Progetto avviato da Agrati, gruppo lombardo da 680 milioni di ricavi, tra i leader mondiali nei sistemi di serraggio. Che ha deciso di fare un passo avanti nella direzione del mondo 4.0, aggiungendo dunque elettronica e “intelligenza” a bordo dei propri bulloni.

L’esito del progetto di ricerca avviato nel 2018 è proprio TOKBO, start up controllata da Agrati e partecipata da e-Novia, che dopo aver testato e validato i primi prototipi ha sviluppato una nuova generazione di prodotti, già presenti sul mercato. I bulloni strutturali diventano così anche sensori per il monitoraggio in tempo reale di forza di serraggio, vibrazione e temperatura. Viti e dadi posizionati in punti critici che i clienti intendono monitorare e che trasmettono dati sulla tensione e l’allungamento, sull’eventuale accelerazione subita, sull’inclinazione esistente. Consentendo così di capire in tempo reale quali sono le condizioni di funzionamento all’interno delle strutture, intercettando per tempo le anomalie. «Ci siamo concentrati sul mondo vasto delle infrastrutture e delle reti di trasporto – spiega l’ad di TOKBO Ivan Moroni perché proprio qui le esigenze di controllo sono più evidenti. Se un ponte vibra al passaggio di un treno, ad esempio, l’accelerazione del bullone segnala la modalità di reazione della struttura, che si può seguire anche nel tempo confrontandola con dati del passato».

Rilevati dati di vibrazioni, forza di serraggio, temperatura e inclinazione.

Il brevetto sviluppato consente l’operatività in modalità wireless, anche se al momento nelle prime applicazioni si è optato per un cablaggio diretto che fornisce anche alimentazione, in modo da evitare una manutenzione legata alla sostituzione delle batterie.

Il miglioramento della sicurezza avviene in due modi: da un lato monitorando in presa diretta lo stato di funzionamento, dall’altro prevedendo sulla base dei parametri raccolti una manutenzione produttiva che anticipi ogni potenziale problema. La start up controllata da Agrati, il cui ad Paolo Pozzi è anche presidente dell’Associazione europea EIFI, ha al momento dimensioni illimitate ma entro tre anni il target è quello di superare 1,5 milioni di ricavi. «La fase iniziale è graduale – aggiunge Moroni -, con i clienti che iniziano in modo limitato a testare questi strumenti. Ma le possibilità di scalare rapidamente verso l’alto l’attività sono concrete. Pensiamo ad esempio ad un operatore ferroviario che ci ha chiesto di poter monitorare uno specifico deviatoio: se questo primo passo viene adottato sull’intera rete si può passare rapidamente a centinaia o migliaia di pezzi forniti».

A fine anno già venti applicazioni sul mercato tra aeroporti, ferrovie, metropolitane, gru, navi e impianti industriali.

Sul campo al momento è già attiva una decina di sistemi tra aeroporti, produttori di macchinari, società di gestione di metropolitane e ferrovie, produttori di gru. Ma le applicazioni possibili sono anche più ampie, guardando ad esempio al monitoraggio delle frane, degli edifici, dei ponti, dei cartelli segnaletici che attraversano le autostrade.

Altra applicazione possibile è sule navi, come accade in due porti liguri per monitorare gli eventuali sversamenti in mare, con le sospensioni dei motori della nave di controllo monitorati dal sistema di TOKBO.

«A fine anno contiamo di arrivare ad almeno 20 sistemi attivi presso clienti, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento in Itali

a per il monitoraggio di giunzioni imbullonate per infrastrutture e sistemi industriali. Abbiamo però anche dei contatti con l’estero e puntiamo di avviare a breve una collaborazione con un partner per l’America Latina».

I singoli punti di monitoraggio sono in realtà potenzialmente un primo step in vista di un controllo capillare e modulare: ogni centralina, che poi convoglia i dati sulla piattaforma in cloud, consente infatti di gestire fino a 250 bulloni “smart”.

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